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Haters, chi sono e come si comportano sul web.

Odiano e urlano il loro pensiero, esprimono le loro opinioni e idee in nome della libertà di espressione, sono milioni, e non c’è distinzione tra uomini e donne, giovani e meno giovani, spesso si nascondono dietro un alias virtuale e quando poggiano le mani sulla tastiera, odiano!

Sono stati definiti internet haters, quelli che odiano su internet, che col favore dell’anonimato utilizzano sul web un linguaggio violento, e vivono la rete come fosse un’enorme piazza dove poter dare sfogo alle pulsioni più negative, che altrove verrebbero censurate.

Per tentare di dare una dimensione al fenomeno, Vox, l’Osservatorio sui diritti, assieme alle Università di Milano, Bari, e La Sapienza di Roma, ha analizzato, lo scorso anno, oltre 2,6 milioni di tweet riferiti alle 6 categorie più bersagliate dai messaggi offensivi, cioè le donne, gli omosessuali, gli ebrei, gli immigrati e i diversamente abili, considerando 76 termini sensibili (tra cui ‘troia’, ‘zoccola’, ‘frocio’, ‘rabbino’, ‘demente’ o ‘ritardato’).

La mappa dell’intolleranza.

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Da questo lavoro di ricerca sono nate le prime mappe italiane dell’intolleranza, che descrivono geograficamente il linguaggio degli haters lungo tutta la penisola. Dunque, secondo le mappe, il principale bersaglio dell’odio via web sono le donne, vittime del 63% dei tweet negativi analizzati, seguite dagli omosessuali, 10,8%, dai migranti, 10%, e poi da diversamente abili (6,4%) ed ebrei(2,2%).

mappa intolleranza misoginia hatersmappa intolleranza razzismo haters

(fonte: “Il Fatto Quotidiano”)

L’impatto degli haters sui social media.

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Sulla scia di questo fenomeno è nato “Far Web, i guerrieri della rete”  di  Federico Ruffo, un programma che si pone come punto di riferimento per cercare di capire con esperti del settore come si può arginare un fenomeno che diventa sempre più violento e discutibile.

“L’idea principale di questo programma totalmente nuovo, non è quella di raccontare le conseguenze di quest’odio, ma dove nasce. Perché gli haters decidono di schierarsi sulla rete in questa maniera così violenta. Racconteremo anche e soprattutto chi sull’odio negli anni ha costruito un impero, perché l’odio frutta tanto denaro e voti in politica” ha annunciato così il giornalista reduce dalle inchieste di Presadiretta e Report e già conduttore del programma di approfondimento sul mondo del lavoro, Il posto giusto. Un viaggio-inchiesta per raccontare l’impatto che i social media hanno nel modo di comunicare delle persone.

post profili falsi haters

La prima puntata si intitiola “Nel nome del popolo italiano“. Federico Ruffo  attraversa l’Italia da nord a sud alla ricerca di persone comuni che ad un certo punto si ergono come giustizieri della società. Troveremo persone di ogni tipo: da chi odia le istituzioni laiche e religiose, ai padri e ai nonni amorevoli che ad un certo punto sul web diventano omofobi e razzisti. A partire da questa sera, alle 23:00 su Rai 3.

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